Il ricordo commosso di Joseph Agnone

“Era una persona semplice, affabile, gli piaceva intrattenersi con mio suocero e ascoltare il suo racconto. Spesso ritornava a casa nostra e si sedeva a tavola con noi con la naturalezza di uno di famiglia. Nei suoi confronti  nutriremo per sempre la gratitudine per aver trovato i responsabili della morte dei nostri cari.” Così Joseph Agnone nel ricordo commosso dei familiari delle vittime di Monte Carmignano che lo conobbero nel periodo dell’inchiesta che portò al processo e poi alla condanna, in Italia, di Wolfgang Lehing-Emden, l’ufficiale tedesco colpevole di quella terribile strage.

L’Associazione Storica del Caiatino, con la quale Agnone collaborò in quegli anni, accanto all’amico Giuseppe Capobianco, pubblicando con loro il volume “La barbarie e il coraggio”, vuole farne memoria con altrettanta gratitudine, ricordandone i modi gentili, la passione che metteva nelle sue ricerche storiche e l’ostinazione nello scavare negli archivi americani che gli permise di risalire agli autori dei fatti tragici di Caiazzo del 13 ottobre 1943

Vogliamo riportare di seguito uno stralcio dell’intervista che rilasciò nel 2004 al giornalista Antimo Della Valle

Signor Agnone, lei è stato il primo ricercatore a fornire alla magistratura italiana il dossier sulla strage di Caiazzo, ritrovato negli archivi americani. In che modo è riuscito a scoprire questa documentazione?

«Tutto è partito per passione, ero interessato alla storia della seconda guerra mondiale e, in particolar modo, alla guerra del Volturno».

In che modo ha indirizzato la sua ricerca sulla strage di Caiazzo, considerando che nessun libro di storia citava questo eccidio?

«Volevo approfondire alcuni dettagli relativi alla battaglia del Volturno e così consultai alcuni microfilm di giornali. Sul New York Times del 14 ottobre 1943 trovai un articolo che fece scattare la molla per una ricerca approfondita su Caiazzo. Il giornalista Herbert Matthews, scrisse che i tedeschi incendiavano tre case su quattro. Io per questo sentii la necessità di approfondire la ricerca, mi ricordavo della mia casa incendiata e provavo desiderio di trovare altri dettagli. Poi, mio nonno Luigi era di Caiazzo, faceva il barbiere e questo mi motivò ancora di più. In Biblioteca mi consigliarono di consultare gli Archivi. Così andai a Washington ai National Archives and Records Administration nel Maryland».

Dunque, lei si trovò in mano i registri dei crimini di guerra?

«Esattamente, per la prima volta ad un italoamericano fu consentito di consultare i registri dei crimini di guerra. All’interno di quei registri trovai il fascicolo sul massacro di Monte Carmignano, ma era solo una parte, ci volle molto tempo prima di recuperare tutta la documentazione. Prima informai il Comune di Caiazzo, poi la magistratura italiana».

Ma l’inchiesta non partì subito, ha dovuto insistere molto?

«Ci sono voluti molti anni prima che la magistratura italiana si decidesse a far partire l’inchiesta, io scrissi a diversi uomini politici, ma nessuno si interessò al caso».

In Italia il responsabile della strage di Caiazzo Wolfgang Lehing-Emden è stato condannato all’ergastolo in contumacia, ma non ha scontato la pena perché in Germania il reato è caduto in prescrizione; che idea si è fatto di questa vicenda?

«Io sono stato ascoltato dal presidente del Tribunale di Coblenza e gli ho spiegato le difficoltà che ho incontrato nel mettere insieme tutti i documenti sulla strage di Caiazzo. Ma ho avuto l’impressione che in Germania non c’è stata la volontà di punire questo tipo di reati. Anche l’Italia poteva fare di più, invece si è arrivata alla sentenza da parte del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere soltanto nel 1994, esattamente dieci anni fa».

In Italia i fascicoli sui crimini di Guerra sono stati occultati in un armadio presso la Procura militare di Roma e sono rimasti sconosciuti per anni fino al 1994, impedendo alla magistratura di avviare i relativi procedimenti penali. Questo credo sia l’aspetto più grave, non le pare?

«Certo (….)»

    (da JOSEPH AGNONE: "MOTIVAZIONI PSICOLOGICHE E NON STRATEGICHE NELLA BATTAGLIA DI MONTECASSINO"

      A sessant'anni dalla Strage di Caiazzo parla Joseph Agnone di Antimo Della Valle

 

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